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ANSAcom - In collaborazione con Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia
Anche la crisi della sanità
pubblica è uno dei temi affrontati nel corso della prima
giornata degli Stati generali della Ripartenza, in corso a
Bologna. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un
messaggio inviato alla kermesse bolognese, ha sottolineato come
sia "necessario anche ripensare i modelli organizzativi e
gestionali, integrando l'innovazione tecnologica con una
prospettiva inclusiva. La telemedicina, le piattaforme digitali
e l'intelligenza artificiale migliorano l'efficienza, ampliano
l'accesso alle cure e rendono la sanità più equa. Investire in
progetti che riducano le disuguaglianze territoriali e sociali
significa promuovere il diritto universale alla salute".
Tanto, però, resta ancora da fare. "La pandemia da Covid fu
un momento di grande e drammatica emergenza, ma anche di
grandissima umanità e solidarietà" e "quel sentimento di unità
nazionale che dovrebbe spingerci a portare la spesa per la
sanità pubblica al 7% del Pil", è l'appello lanciato dal
senatore Pd Francesco Boccia. "Che le risorse siano poche è un
dato oggettivo, ma non si può tornare alla sanità privata.
Questa sembra invece essere la cultura del governo attuale,
anche per quanto riguarda le infrastrutture. Noi abbiamo tentato
di costruire percorsi condivisi con questa maggioranza, ma sulla
sanità finora non ci siamo riusciti".
Di ruolo "complementare e sussidiario" della sanità privata
rispetto al Sistema Sanitario Nazionale parla invece Giovanna
Gigliotti, amministratore delegato di UnipolSalute. "Secondo noi
il Paese ha bisogno di un secondo pilastro più forte e
strutturato e ci auguriamo che la diffusione delle polizze
private sia veramente efficace per dare una mano al Servizio
sanitario pubblico - dice - che ha bisogno di una mano per
uscire da questo periodo di crisi".
Attenta alle istanze del mondo della Sanità è anche la
senatrice di Italia Viva, Maria Elena Boschi, per la quale "le
risorse oggi bastano a malapena a far fronte all'aumento dei
costi dovuto all'inflazione o al rinnovo di contratti che
peraltro non soddisfano né medici né infermieri che, cosa molto
rara, sono scesi in piazza per protestare contro la legge di
bilancio". Anche per questo "il governo - conclude - deve
ascoltare tutte quelle che sono piazze civili e pacifiche e
quelle che sono richieste di miglioramento della legge di
bilancio".
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