Una condanna a 21 anni di
reclusione è stata chiesta oggi in Corte d'assise a Cagliari dal
pm Nicola Giua Marassi nei confronti del presunto responsabile
dell'omicidio di Luca Mameli, 35 anni di Capoterra, accoltellato
sul lungomare del Poetto di Quartu il 9 agosto 2023 dopo una
gara a chi beveva di più fra due gruppi di ragazzi usciti da una
discoteca all'alba, e morto poco dopo il trasporto in ospedale.
Per la procura a sferrare il fendente che ha raggiunto la
vittima al torace, è stato Alessio Desogus, 23 anni di Flumini
di Quartu, presente questa mattina in aula, dove è stato
abbracciato dalla madre. Il processo è alle battute finali: la
sentenza è attesa per il 27 gennaio prossimo. La sorella di
Mameli, Sara, sperava nel verdetto già oggi. Lo scrive in un
lungo post sul suo profilo pubblico di Facebook in cui si sfoga.
"Ho uno stato di schifo addosso, che non posso descriverlo",
si legge sul social, dove se la prende con la difesa perchè
cerca di minimizzare quanto accaduto. Riferendosi all'imputato
dice: "Ha ucciso mio fratello, dicendo che c'è stato caos,
confusione e quasi a non voler fare apposta è capitato". Lei
sostiene invece che Desogus "aveva il coltello visibile in mano"
e "senza motivo ha colpito a morte, con tale forza da fratturare
il torace e piantare la lama nel cuore, e poi andarsene, senza
soccorrere, proseguendo la serata in hotel".
"Quello che mi ha fatto più male - chiarisce la donna su
Facebook - è stato sapere che Luca nell'ultima mezz'ora in cui
era in vita, dopo essere stato trafitto, senza motivo, da un
essere che non aveva mai visto e con cui non aveva mai avuto a
che fare, ha sofferto moltissimo, era cosciente, e sentiva che
la vita lo stava abbandonando". Quindi si focalizza
sull'abbraccio tra la madre e il presunto omicida: "Una ennesima
mancanza di rispetto per noi. Può farlo in carcere, prendere
appuntamento e vederlo quando vuole. Ma non c'era bisogno di
farlo davanti a noi che piangiamo Luca". "E mia madre? Lei non
ha questo privilegio? No perché dalla morte non c'è scampo, può
solo guardare la sua foto. Non ci può parlare, non lo può
abbracciare, non lo può consolare. Può solo portare i fiori in
cimitero". Poi conclude: "Ho fiducia nella giustizia".
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