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Europa League: la Lazio rallenta, con il Ludogorets finisce 0-0

Europa League: la Lazio rallenta, con il Ludogorets finisce 0-0

Primo pareggio in Europa per biancocelesti che rimangono primi. Baroni: 'Episodio del rigore è incommentabile'

ROMA, 28 novembre 2024, 21:46

Redazione ANSA

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UEFA Europa League – Lazio vs Ludogorets - RIPRODUZIONE RISERVATA

UEFA Europa League – Lazio vs Ludogorets - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lazio-Ludogorets 0-0 in una partita della quinta giornata dell'Europa League. La cronaca 

La marcia della Lazio in Europa League rallenta di fronte al Ludogorets. All'Olimpico i bulgari riescono a strappare un punto inchiodando i biancocelesti sullo 0-0 lasciando agli uomini di Baroni le recriminazioni per un rigore non concesso e una traversa colpita da Guendouzi.

Baroni opta per l'ormai classico turnover con sette cambi rispetto alla vittoria contro il Bologna. Ma lo spartito tattico del match, a dispetto dei tanti cambi, è chiaro fin dalle prime battute; la Lazio a fare la partita dominando il gioco, il Ludogorets a cercare la ripartenza negli spazi che i biancocelesti inevitabilmente lasciano.

I primi minuti, però, sono soporiferi, le emozioni latitano e la partita scorre via senza sussulti, tanto che bisogna attendere il quarto d'ora per la prima conclusione, velleitaria, di Tchaouna verso la porta. La Lazio, con il passare dei minuti, aumenta i giri, le occasioni capitano entrambe sui piedi di Dia; nella prima, con il destro, l'attaccante senegalese trova i guantoni di Bonmann, nella seconda i piedi a sbarrargli la strada.

E così il primo tempo finisce sullo 0-0. Nella ripresa Baroni cambia con l'inserimento di Castellanos, Isaksen e Lazzari per Dia, Tchaouna e Pellegrini, gli ultimi due ammoniti. I nuovi innesti danno nuovi vitalità all'attacco laziale; Pedro ci prova subito da fuori ma il destro finisce tra le braccia di Bonmann, poi tocca a Lazzari con la conclusione che sorvola di parecchio la traversa della porta avversaria.

L'episodio che può cambiare il match arriva quando Isaksen viene steso in area, l'arbitro Strukan lascia giocare ma viene richiamato al VAR. Le immagini sembrano dare ragione alle proteste laziali con Marcus che non tocca il pallone ma interviene sul danese. Strukan, però, dopo aver rivisto molte volte l'azione incriminata fa ampi gesti per far capire che non si torna indietro, niente rigore per la Lazio e grandi proteste anche da parte di Baroni.

I biancocelesti caricano a testa bassa, la fortuna non li assiste quando Guendouzi calcia forte dal limite, ma trova la traversa che strozza l'urlo in gola e lascia il tappo a una partita che sembra maledetta. L'ultima chance è di Castellanos, che prova ancora da lontano ma senza trovare la porta. Finisce 0-0, un risultato che vista la Lazio degli ultimi mesi nessuno si aspettava e che rallenta la marcia degli uomini di Baroni senza però ridimensionare l'obiettivo europeo, con i biancocelesti ancora in testa alla classifica ma soprattutto con la possibilità più che concreta di qualificarsi agli ottavi di finale senza passare dai playoff. 

 "Non voglio commentare l'arbitraggio ma quando giochi una partita nell'area avversaria ed esci con 6 ammoniti contro due, oltre a quell'episodio incommentabile, cosa c'è da dire? Di certo non ho fatto i complimenti all'arbitro. A volte ci può essere una giornata storta anche del direttore di gara, ma a questi livelli deve avere un certo spirito sportivo". Così Marco Baroni, allenatore biancoceleste, dopo il pareggio contro il Ludogorets in Europa League, dice la sua sul mancato rigore concesso dall'arbitro Strakan. Poi, parlando del match, Baroni sottolinea come la squadra abbia "fatto una buona partita, noi non siamo stati bravi a trovare il gol per far cambiare la partita. Queste sono partite in cui devi fare e poi magari finisce in goleada" prosegue. Infine un pensiero sul Ludogorets che "non ha pensato a giocare, hanno cercato solo di portare via un punto anche perdendo tempo. Il risultato è una componente ma la squadra deve dare tutto in campo. Noi eravamo delusissimi nello spogliatoio e questo è un segno buono perché se ci fa male anche un pareggio, e non solo una sconfitta, va bene", conclude.

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