Il tribunale di Palermo presieduto
da Bruno Fasciana ha concesso i domiciliari a Mimmo Russo, ma
l'esponente politico resta in carcere perché non ci sono
braccialetti elettronici. Il primo sarà disponibile il prossimo
17 dicembre. Lo scrive il sito Livesicilia.
I reati contestati sono concorso esterno in associazione
mafiosa - ma l'ipotesi è caduta in fase cautelare davanti al
Riesame che ha annullato sul punto l'ordinanza - scambio
elettorale politico-mafioso e corruzione. Secondo la
ricostruzione del procuratore aggiunto Marzia Sabella e dei
sostituti Andrea Fusco e Francesca Mazzocco, Russo che per
vent'anni è stato ai vertici di cooperative sociali e
consigliere comunale, dopo vari passaggi nel 2017 era approdato
a Fratelli d'Italia, e si sarebbe fatto promettere voti in
cambio di assunzioni.
Assieme a Russo sono a processo Gregorio Marchese, agente
immobiliare e figlio del boss di Cosa nostra, Filippo, e Achille
Andò, che aveva chiesto il giudizio immediato. A metà novembre
il tribunale ha accolto l'istanza degli avvocati Raffaele
Bonsignore e Antonio Gargano e con il parere favorevole della
procura ha concesso a Russo gli arresti domiciliari con
l'applicazione del braccialetto elettronico. L'ex politico,
però, resterà in carcere fino al prossimo 17 dicembre. La
società Fastweb, che ha siglato un accordo con il ministero
dell'Interno, ha comunicato ai carabinieri della stazione di
Resuttana di avere sforato il tetto massimo dei 1.200
dispositivi attivabili in un mese così come previsto dal
capitolato di appalto. E Russo potrà lasciare il carcere quando
ci sarà il primo disponibile, che dovrebbe essere il 17
dicembre.
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