Tanta tensione in maggioranza, pericolose schermaglie parlamentari ed alcune incomprensioni su una serie di importanti provvedimenti in itinere: c'era proprio bisogno di una chiacchierata a quattrocchi tra premier e presidente per impostare il lavoro di questo scorcio di anno che si presenta ad altissimo tasso di adrenalina. Troppa forse, visto che Mattarella, riferiscono fonti di maggioranza, avrebbe chiesto di abbassare i toni: va bene la dialettica politica ma così è troppo, sarebbe stato lo sfogo del presidente. C'è da chiudere la legge di Bilancio, sciogliere i nodi sulla riforma della Giustizia, risolvere le tensioni dentro il Csm, affrontare con slancio i ritardi sulla nomina del nuovo giudice della Corte costituzionale e, 'last but not least', dirimere la complessa sostituzione di Raffaele Fitto alla guida degli Affari europei.
Si è parlato di tutto nel pranzo di ieri tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, confermano fonti incrociate, che tendono a derubricare come programmato e assolutamente normale l'incontro al Quirinale trapelato con 24 ore di ritardo. Un colloquio "cordiale e collaborativo" spiegano al Quirinale dando così l'impressione di un confronto che ha avuto l'obiettivo di affrontare i problemi con sano pragmatismo.
Nonostante la prudenza delle fonti, alcune certezze penetrano la barriera del riserbo: ad esempio la sostituzione del neo vicepresidente esecutivo della Commissione europea alla guida del ministero degli Affari europei, coesione e Pnrr sta a cuore sia al presidente che alla premier. Non è un mistero che il Quirinale consideri quel dicastero fondamentale nell'ottica di un aggancio positivo alle dinamiche europee tanto care a Mattarella. E che quindi il presidente si sia raccomandato di scegliere un profilo all'altezza. Dall'altra parte Giorgia Meloni è consapevole della delicatezza politica di questa sostituzione all'interno della sua maggioranza. Probabile quindi che sia stata fatta una valutazione, più che sui nomi, sulla tempistica dell'avvicendamento che in teoria potrebbe avvenire già la settimana prossima. Fitto infatti si deve dimettere entro il 30 novembre perchè la Commissione entra in carica il giorno seguente, domenica primo dicembre.Palazzo Chigi non ha ancora deciso se temporeggiare in attesa dell'approvazione della legge di Bilancio o prendere il toro per le corna e sostituirlo subito. Ma una decisione dopo la chiusura della manovra sembra quella preferita da palazzo Chigi. Così come, spiegano fonti di maggioranza, non ha ancora deciso se mantenere l'attuale formula o spacchettare gli affari europei e la delega al Pnrr.
Il pranzo novembrino è comunque caduto in uno dei momenti più caldi della stagione per la maggioranza in queste ore impegnate in una rischiosa prova di forza interna tra Lega e Forza Italia. Senza contare che il giorno prima il Quirinale aveva stoppato con estrema decisione un emendamento riformulato dal governo che sarebbe intervenuto sul 2 per 1000 aumentando così, attraverso modifiche normative sui fondi "inoptati", il finanziamento pubblico dei partiti. Tema esplosivo e poco gradito ai cittadini. Argomento, questo, solo sfiorato ma è chiaro che il presidente possa aver ripetuto alla premier quanto già detto in pubblico e cioè che i suoi interventi non hanno mai un intento politico e che gli uffici legislativi del Colle si muovono solo in ottica procedurale. E in campo c'è ancora il controverso decreto sicurezza che tanti dubbi sta instillando tra esperti e toghe.
Che si sia infine parlato anche del braccio di ferro tra governo e magistratura nessuno lo conferma, ma che Mattarella e Meloni possano avere opinioni personali divergenti nessuno può smentirlo. Così come dal Colle non è mai stata smentita l'irritazione per le prese di posizioni di Fabio Pinelli (sostenuto dalla Lega), vicepresidente del Csm, che recentemente ha avuto un incontro a palazzo Chigi - definito da molti "irrituale" - proprio con la premier e i cui contenuti sono rimasti riservati.
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