Restano puntati sulla crisi di Stellantis e dell'automotive gli sguardi del mondo economico e politico italiano, nel giorno in cui il board del gruppo, convocato a Detroit, prende in esame l'andamento dell'azienda e l'operato dei suoi manager. Secondo le indiscrezioni della vigilia Carlos Tavares annuncerà una vera rivoluzione, ma non è chiaro se il piano sarà sostenuto dal cda che dovrebbe parlare anche del futuro dell'amministratore delegato, il cui mandato scade nel 2026.
Intanto per la prima volta Tavares sarà in Parlamento nell'audizione delle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. Il manager, che non si è sottratto all'incontro, ma ha anzi sottolineato la volontà di collaborare, farà il punto sull'andamento di Stellantis. Al centro dell'attenzione ci sono soprattutto i bassi livelli di produzione in Italia e la vicenda della gigafactory di Termoli, in Molise, con il rinvio del progetto per il quale era previsto l'utilizzo di fondi del Pnrr.
Alla vigilia dell'audizione le forze politiche procedono a colpi di mozioni. Le opposizioni unite accusano il governo di non aver avuto "il coraggio di avanzare a Stellantis alcune richieste semplici e chiare". Nella mozione depositata dai leader di Pd, M5s, Avs e Azione si chiede "la predisposizione di un pacchetto di iniziative a supporto della filiera produttiva automotive, l'interruzione del processo di spinta alla delocalizzazione degli investimenti dei fornitori, la cessazione del ricorso al lavoro somministrato, un piano di assunzioni per determinare un necessario cambio generazionale e il mantenimento in Italia dei settori della progettazione". Anche i partiti di maggioranza hanno depositato una mozione in cui si impegna il governo ad avanzare una proposta alla Ue "per rivedere da subito il percorso del Green Deal", una strada già percorsa dal ministro Adolfo Urso, ma anche "a promuovere percorsi di transizione della filiera italiana dell'automotive non solo verso l'elettrico".
Prima dell'audizione Tavares ha proposto ai sindacati un incontro, ma Fim, Fiom e Uilm hanno fatto sapere che preferiscono aspettare lo sciopero dell'automotive e di Stellantis del 18 ottobre con manifestazione nazionale a Roma.
Hanno invece accolto l'invito Fismic Confsal, Uglm e Quadri.
"Questo incontro non ha alcuna finalità di evitare lo sciopero che non è contro Stellantis, ma ha prospettive ben più ampie", spiega il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo.
Il governo ha intanto comunicato di avere esercitato il golden power mediante prescrizioni sulla cessione di Comau da parte di Stellantis. Il Consiglio dei ministri ha infatti dato il via libera con paletti - garantire che l'operazione avrà un impatto positivo sulla forza lavoro nel medio-lungo termine - alla cessione della società specializzata nell'automazione industriale e nella robotica avanzata, la cui maggioranza sarà controllata indirettamente dal fondo Usa One Equity Partner.
Sul fronte dell'automotive si muove anche la Regione Piemonte. Ha messo in campo una misura nuova con una dotazione di 10 milioni di euro recuperati dai fondi Fse: si tratta di un'indennità di formazione per integrare il reddito di quei lavoratori del settore che percepiscono un'ammortizzatore sociale. Al tavolo regionale l'hanno illustrata il presidente Alberto Cirio, il vicepresidente e assessore al Lavoro Elena Chiorino e l'assessore alle Attività Produttive Andrea Tronzano.
Soddisfatti i sindacati torinesi che parlano di "un modello" anche per altri comparti in crisi.
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