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ANSAcom - In collaborazione con Teva
Dall'inizio del 2025 in Italia entreranno in vigore le nuove regole dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) che semplificano l'accesso alle terapie con anticorpi monoclonali per il trattamento preventivo dell'emicrania. Numerosi i pazienti italiani che già oggi li utilizzano contro il CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina), la molecola che aumenta nel sangue di chi ha in corso un'emicrania. Le nuove regole permetteranno un'ottimizzazione dell'accesso a queste terapie. È la novità emersa al XII congresso nazionale dell'Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee (Anircef) 'Cefalee, neurologia e innovazione' in corso a Genova.
A quasi cinque anni dall'introduzione degli anticorpi monoclonali nella profilassi dell'emicrania l'intervento dell'Aifa annunciato a inizio novembre 2024 prevede la rimozione di alcuni 'paletti' come il controllo di efficacia dopo tre mesi e l'obbligo di interrompere il trattamento dopo un anno di cura.
La novità diventerà operativa all'inizio del 2025 al fine di migliorare le terapie di numerosi pazienti.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'emicrania è la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante, colpisce circa il 12% degli adulti in tutto il mondo con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne. Rientra a pieno titolo nella definizione di 'malattia di genere'. Ne soffrono sei milioni di italiani, di cui quattro milioni sono donne. È una malattia che ha un altissimo costo umano, sociale ed economico.
L'emicrania non è un semplice 'mal di testa' ma una malattia neurologica, caratterizzata da attacchi ricorrenti di cefalea di intensità da moderata a severa, con dolore tipicamente pulsante e unilaterale, associato a nausea, vomito e ipersensibilità a luce, suoni e odori.
Esiste una predisposizione genetica che ne spiega la familiarità e sono stati individuati diversi fattori scatenanti l'attacco: fattori ormonali, ambientali e climatici, il digiuno e in particolare lo stress fisico ed emotivo, l'affaticamento, la mancanza di sonno e in generale le variazioni dei ritmi di vita. Il cervello della persona che soffre di emicrania è ipereccitabile e tende pertanto a convertire in dolore stimoli e sollecitazioni che in condizioni 'normali' non lo sarebbero.
Si tratta di una malattia complessa che necessita di una valutazione in sede specialistica al fine di un corretto inquadramento diagnostico e di un programma terapeutico personalizzato. In Italia esistono strutture specializzate che sono i Centri cefalee dove lavorano professionisti che possiedono le competenze necessarie per formulare, attraverso esami specifici, una diagnosi puntuale che è il presupposto per offrire al paziente le cure più efficaci.
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